Il termine isoinerziale deriva dalle parole iso (uguale, stessa) ed inerziale (resistenza), che in un’unica terminologia descrive il concetto primario del sistema isoinerziale, ovvero l’esprimere la stessa inerzia sia nella fase concentrica che in quella eccentrica.

Il movimento che scaturisce da tale sistema è caratterizzato da una fase concentrica nella quale il muscolo attivato viene contratto con la massima forza tirando la cinghia arrotolata sull’asse del volano, mettendolo in rotazione alla massima velocità; successivamente, terminata la fase concentrica, ha inizio la fase eccentrica del movimento, infatti per via della propria inerzia il volano continua a ruotare in senso opposto riavvolgendo la cinghia e tirando a sé l’arto (o gli arti) impegnato nell’esecuzione del gesto.

La grande utilità della metodica isoinerziale ed allo stesso tempo ciò che la differenzia dal normale movimento isotonico muscolare è da ricercare nel fatto che nell’azione isotonica sviluppata negli esercizi convenzionali (macchine isotoniche e pesi liberi) la resistenza è costante per tutto l’arco di movimento sia nella fase concentrica che in quella eccentrica, che equivale al carico impostato.

Nella metodica isoinerziale la resistenza è adattata in ogni istante ed è proporzionale alla forza sviluppata, nel senso che maggiore sarà la forza espressa dal soggetto nella fase concentrica, maggiore sarà l’accelerazione con la quale il volano reagisce. In pratica l’attività muscolare isoinerziale ricalca l’azione muscolare del gesto sportivo o meglio quello che il corpo o parti di esso si trovano a dovere effettuare nello sport, secondo cui, a forza e velocità variabile, un carico inerziale (come ad esempio un pallone), un arto oppure il corpo stesso (come nelle accelerazioni o nei cambi di direzione) l’atleta è costretto a rispondere a livello coordinativo motorio e neuromuscolare in tempi brevissimi a situazioni e gesti motori improvvisi e non predeterminati.