I podisti sono i più colpiti da una patologia nota come: ”Fascite plantare”. Si tratta di una delle cause più comune di dolore al piede ed ha una importante incidenza sul totale degli infortuni nello sport, tanto che è diventata una delle cause più frequenti di sospensione dell’attività sportiva.
Fascite plantare. Le cause
Nella Fascite plantare, a essere interessato è il legamento arcuato (aponeurosi plantare) che è una robusta fascia fibrosa che unisce la zona plantare interna del calcagno con la base delle dita. Il legamento arcuato ha un ruolo importante nella trasmissione del peso corporeo al piede durante la deambulazione e la corsa, in particolare quando il piede si eleva sulle punte alzando il tallone dal suolo l’aponeurosi plantare subisce una distensione.
Quando, messa sotto eccessivo stress, la fascia plantare si stira eccessivamente, si creano delle lesioni nel tessuto con il risultato di una infiammazione della fascia e dei tessuti intorno. Gli strappi sono presto coperti con tessuti cicatriziali (o aderenze) che sono meno flessibili della fascia stessa aggravando così il problema.
Nella fase acuta la fascite plantare tende a coinvolgere l’inserzione del legamento arcuato a livello calcaneare causando dolore locale. Successivamente il dolore tende a spostarsi verso l’avampiede migrando lungo tutta la pianta.
La fascite plantare è la più comune causa di dolore calcaneare (tallonite). Si manifesta soprattutto tra gli sportivi ed è causata dalla ripetizione continua di eccessivi sovraccarichi a livello podalico.
L’infiammazione è di solito di tipo cronico dovuta ad una sindrome di ipertensione della fascia stessa. Il piede cavo e\o un eccesso del movimento di pronazione sono fattori importanti nel suo manifestarsi.
Quando l’infiammazione dura a lungo può causare la formazione di una spina calcaneare, cioè una prominenza ossea dovuta a depositi di calcio che si formano in quel punto come reazione di riparazione ai microtraumi ripetuti.
Le probabili cause sono: alterata biomeccanica, errori di allenamento, ripetizione eccessiva del gesto sportivo, alterazioni anatomiche, limitazioni del movimento articolare, un’eccessiva sollecitazione del tallone provoca un’infiammazione nell’inserzione dei fasci e lungo tutta la loro estensione. Una ridotta estendibilità del tendine d’Achille può provocare una fascite, un tendine rigido limita la flessione dorsale dell’articolazione tibio-tarsica aumentando la pronazione nella fase di distacco del piede quindi maggiore sollecitazione sulla fascia plantare.
Altra causa tipica può essere un improvviso aumento del chilometraggio non supportato da opportuna preparazione.
Spesso podisti amatori e non, hanno aumentato i chilometri percorsi in breve periodo o hanno incrementato l’intensità e la frequenza degli allenamenti con pause insufficienti tra una seduta e l’altra, altre volte è sufficiente scegliere terreni con eccessiva pendenza . Altra cause sono: frattura da stress o l’artrite, muscoli del polpaccio deboli e tendine d’Achille teso mettono più stress sulla fascia plantare per minore capacità del piede di assorbire le forze di reazione del terreno e la spinta in avanti del corpo . – L’eccessiva pronazione può provocare un aumento dello stiramento della fascia plantare durante la corsa e , quindi, maggiore tensione durante la fase di distacco delle dita da terra. Il piede cavo, che spesso si associa a un arco plantare rigido, non è in grado di assorbire le forze di reazione derivanti dalla corsa e può stirare la fascia plantare. Il piede piatto, causato da debolezza delle strutture capsulo legamentose , provoca un aumento di lavoro a carico della fascia plantare per controllare la stabilità della volta plantare. Scarpe da corsa non adatte o usurate, in particolare calzature poco contenitive possono causare una pronazione del piede, quelle troppo logore o poco protettive possono non assorbire gli shock determinati dalla corsa, quelle troppo rigide e chiuse possono limitare i movimenti delle articolazioni metatarso falangee, quelle troppo flessibili possono invece causare un’eccessiva flessione delle dita e maggiore tensione della fascia plantare.
Fascite plantare. I sintomi
Il sintomo principale della fascite plantare è il dolore, spesso più severo al risveglio e localizzato nella parte interna del tallone. Il dolore tende a diminuire piuttosto rapidamente per poi ricomparire dopo un allenamento o al termine della giornata con l’affaticamento.
Nella corsa il dolore è sentito solitamente nelle fasi di riscaldamento iniziale per poi scomparire a mano a mano che l’allenamento prosegue. Il dolore è facilmente provocato dalla palpazione e aumenta nella flessione dorsale del piede e delle dita, come succede agli sprinter e ai mezzofondisti per l’impegno sull’avampiede.
Poiché la sua insorgenza è graduale e scompare con il riscaldamento, spesso il disturbo viene ignorato finché non raggiunge stadi avanzati e diventa invalidante.
Fascite plantare.Protocollo riabilitativo
La fascite plantare difficilmente ha una risoluzione spontanea. Nell’immediato è utile l’applicazione di ghiaccio (CRIOTERAPIA), e l’utilizzo di particolari tape (metodo McConnell) che hanno lo scopo di detendere la fascia, correggendo un eventuale difetto d’appoggio del piede. Successivamente e, con l’aggravarsi dei sintomi, è utile la terapia fisica antinfiammatoria (DIATERMIA ecc.).
Nei casi più gravi e cronici, l’utilizzo delle Onde d’urto radiali, ha dato degli ottimi risultati. Altro mezzo utilizzabile, nei casi persistenti, è il massaggio trasversale profondo sull’inserzione della fascia e con l’ausilio di uno strumento rigido e sottile per raggiungere la lesione. La fibrolisi ha lo scopo di distendere le fibre del fascio plantare, praticata da mani esperte, porta a un sollievo anche immediato e notevole del dolore.
Ritorno all’attività sportiva
Una volta diminuita la sintomatologia dolorosa è necessario correggere i deficit funzionali provocati, cercando di capire la causa della fascite plantare. Il recupero della escursione articolare tramite la mobilizzazione passiva dell’articolazione della caviglia, lo stretching dei muscoli posteriori della gamba e della fascia plantare e il recupero della forza muscolare, rinforzando i muscoli del piede e del tricipite della sura, sono tra i primi accorgimenti da tenere in considerazione. Il ritorno alla corsa deve essere graduale, facendo attenzione ai ritmi di allenamento e al kilometraggio.
Di notevole importanza è il tipo di rinforzo muscolare: bisogna prediligere, dopo aver ridotto la sintomatologia dolorosa, gli esercizi a resistenza elastica, in grado di migliorare non solo la forza ma anche lo stiffness muscolare.